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Terzo ponte sul Po a Cremona

L'impatto e il danno ambientale



"Per quanto riguarda il 3° Ponte sul fiume Po, quello in progetto fra Castelvetro Piacentino e Cavatigozzi-Spinadesco dal costo di circa 3-400 miliardi di vecchie lire (anche questi messi a disposizione dalla Società Centropadane) esistono almeno 3 alternative praticabili con risultati altrettanto efficaci e dai costi altrettanto contenuti. La prima riguarda la possibilità di liberalizzare il tratto autostradale fra Castelvetro e Cremona: è sufficiente un accordo di programma fra Comune e Provincia di Cremona, Comune di Castelvetro Piacentino, Provincia di Piacenza e Società Centropadane: per questa soluzione il tempo necessario è quello di una firma. L'altra alternativa è l'itinerario Caorso-S. Nazzaro-Castelnuovo Bocca d'Adda-Meleti-Crotta d'Adda dalla SS10 Padana Inferiore alla SS 234 Codognese, da qui direttamente al porto di Cremona bypassando anche l'abitato di Cavatigozzi: serve solo 1 km di circonvallazione dell'abitato di Castelnuovo B.A.! La terza alternativa è rappresentata dalla possibilità di riutilizzare per la viabilità la parte ferroviaria dismessa dell'attuale ponte sul fiume Po a Cremona: un intervento certamente meno invasivo per l'ambiente e per le tasche dei cittadini del nuovo ponte. Eppure nessuna delle 3 alternative viene attuata."

preso da http://xoomer.virgilio.it/noautostrade di Ezio Corradi

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“Tra i due mali, il tunnel e il viadotto, il male minore sarebbe quello di non costruire proprio il ponte. A noi, quest’opera non serve. Ce ne sono già tre: il ponte dell’autostrada, quello di ferro e il ponte di San Daniele. Sarebbe quindi stato meglio potenziare le strutture esistenti invece che aggiungere ulteriori colate di cemento. Comunque, poiché alcuni ritengono che l’intervento vada fatto, in quanto sottrae traffico pesante dalla città, bisognerebbe almeno studiare le valutazioni di impatto ambientale."

preso da Il Piccolo Giornale - Settimanale di Informazione di Cremona e Piacenza del 18 Ottobre 2004.

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A Pizzighettone il passaggio c’è già. Il sindaco Ventura lancia una proposta che fa anche risparmiare un’opera inutile. “Mentre gli amministratori di Comune e Provincia discutono dei progetti, non si rendono conto che una fetta del territorio provinciale ha già il ponte sul Po”. Così Pierantonio Ventura, sindaco di Pizzighettone, commenta l’inutilità di una nuova struttura, e al contempo lancia una nuova proposta, tutta all'insegna del risparmio: “Invece di continuare a costruire strutture nuove - commenta - bisognerebbe fare un semplice raccordo, collegando due ponti che esistono già: quello sul Po di San Nazzaro con il ponte sull’Adda di Crotta. A ponti fatti.... pardon, a conti fatti, costerebbero molto meno questi tratti di strada di un'opera gigantesca come quella del terzo ponte”. “La soluzione di non fare alcun nuovo ponte - prosegue Ventura - oltre al risparmio economico, porterebbe vantaggi enormi ad un’area industriale ferma da oltre 40 anni. Si tratta della zona industriale di Tencara, che da troppo tempo è solo sulla carta. Quella in cui, guarda caso, un'azienda di Pizzighettone ha licenziato ben 300 dipendenti nel 2002 e per la quale bisognerebbe pensare un po' più seriamente al rilancio”.

preso da Il Piccolo Giornale - Settimanale di Informazione di Cremona e Piacenza del 02 Novembre 2004.

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Il terzo ponte sul Po è tornato in Commissione Territorio, su richiesta essenzialmente dei consiglieri provinciali Giampaolo Dusi e Andrea Ladina, intenzionati ad aprire un dibattito sulla progettazione presentata ufficialmente il 22 febbraio scorso presso la Società Autostrade Centro Padane. Il consigliere Dusi si è espresso criticamente per almeno due aspetti: il passaggio del ponte dopo una curva del fiume, con gravi ripercussioni tecniche e di sicurezza, in caso di piena, nonché la viabilità in uscita dal ponte, verso l'area industriale, che comporta, da progetto, il restringimento della carreggiata da 4 a 2 corsie, con il passaggio tra i complessi Zucche e Arvedi. Lazzari ha risposto che il ponte è stato progettato tenendo conto di tutti gli aspetti di ingegneria idraulica e che in Conferenza di Servizio sarà l'Autorità di Bacino ad esprimersi in materia di sicurezza, non la Provincia. Quanto alla viabilità in Via Acquaviva, si ritiene sia da riesaminare, anche tenendo contro delle richieste avanzate dalla Associazione Industriali, che chiede una strada a sud che smarchi via Acquaviva. Ladina ha chiesto un incontro della Commissione con l'équipe tecnica che si è occupata di studiare l'opera di compensazione ambientale. L'approfondimento politico è stato introdotto dall'Assessore Fiorella Lazzari, accompagnata dal Dirigente della Provincia, Verino Gatti, con una cronologia storica del ponte. "10 anni fa c'era l'idea di fare la tangenziale nord di Cremona, non il terzo ponte. A far partire la riflessione su un nuovo viadotto l'incidente del '95 di un mezzo pesante che ha bloccato per 3 mesi il ponte in ferro, con severe ripercussioni ai rapporti socio-economici tra le due rive. Il Consiglio Provinciale diede indirizzo prioritario alla Giunta affinché si muovesse in questo senso". "Arriviamo ad oggi. Al lavoro intenso - ha concluso Lazzari - con le Consulte economiche, che ritengono vitale l'intervento, la sincronia tra tavoli politici (guidati dalla Provincia di Cremona) e tecnici (guidati da quella di Piacenza), la necessità di Centro Padane di rispettare tutte le tappe per concludere entro il 2010". E' quindi intervenuto Superti: "In 10 anni queste cose sono già state affrontate, da ogni angolatura. Invitiamo pure i tecnici, ma io non posso andare al di là di un giudizio politico. Ritengo che quest'opera sia prioritaria per il sistema Cremona e per le relazioni Lombardia e Emilia. Non chiedetemi dove sia più corretto far passare un ponte, altrimenti farei un altro mestiere". Dello stesso segno Patrini: "Ci sono anche dei tempi concessori, che la Società Autostrade deve rispettare. Non perdiamo questa opportunità. E per una volta parliamo di bilanci ambientali e non solo di impatto, considerando anche quanto traffico leggero e pesante, viene spostato dalla città".

preso da La Provincia di Cremona Cremona, 31 marzo 2005

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Maldotti punta il dito contro l’impatto ‘distruttivo’ dell’infrastruttura sull’ambiente, e contro la mancata pianificazione di soluzioni viabilistiche alternative non discutendo l’utilità di dotare il paese di una strada a scorrimento veloce alternativa alla trafficatissima ex statale, ma avrebbe ben visto un maggiore coinvolgimento del suo Comune nella collocazione dei raccordi e degli innesti sulla vabilità esistente. E pone pesanti dubbi sulla sostenibilità ambientale del progetto che va a cadere in un’area delicata e sotto tutela come l’Isola del Deserto.

preso da La Cronaca di Cremona Venerdi 1 aprile 2005.

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“Abbiamo commissionato uno studio ad una società di Milano, per verificare costi e vantaggi di questa operazione” spiega Dario Balotta della Fit-Cisl. “La nostra perplessità nasce da alcune considerazioni: con questa opera avremo tre ponti in tre chilometri, a fronte di un traffico che sostanzialmente è uguale. Ce n’è proprio bisogno? E poi questo intervento rispetta il territorio? Noi crediamo che si possa anche considerare, con il buon senso, alternative: ad esempio la A21 in quel tratto non è sfruttata completamente, anzi. Ora verrà realizzata la terza corsia, divenendo ancora meno sfruttata. Perchè non convogliare il traffico sulla A21, magari pensando di non far pagare il pedaggio per quella tratta” spiega Dario Balotta. Ma questa ipotesi non è l’unica soluzione che si potrebbe esaminare. “Il potenziamento dei collegamenti ferroviari con Piacenza, magari con un treno all’ora durante la giornata, potrebbe portare ad una sensibile riduzione del traffico anche leggero” sottolinea Balotta. I duecento miliardi per realizzare quest’opera crediamo potrebbero essere utilizzati per la viabilità ordinaria, ad esempio la via Mantova, la Postumia o la Giuseppina”. Non rimane che attendere lo studio, dopo di che la stessa Fit Cisl avrà argomentazioni in più per sostenere le sue proposte.

preso da La Cronaca di Cremona Domenica 3 aprile 2005.

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l’infrastruttura, progettata da Società Autostrade Centro Padane, è deputata a collegare l’area industriale di Cremona con il casello autostradale di Castelvetro. «Un attentato all’ambiente, specialmente per Castelvetro», sono le parole di Avino. «La località Maginot in parte distrutta, l’Isola del deserto fortemente penalizzata, un intero paese soffocato da un’opera mastodontica. La zona industriale di Cremona è a ovest della città, il casello di Castelvetro a est: quale logica perversa ha determinato un simile progetto?». Ma l’opposizione è motivata anche dai costi esorbitanti dell’opera: «Si tratta di denaro pubblico — specifica il segretario di Legambiente — che potrebbe essere speso certo in modo più utile e costruttivo». Avino annuncia una battaglia condotta con ogni strumento: «Siamo pronti a organizzare manifestazioni e pure a ricorrere ad azioni legali: qualsiasi cosa, pur di scongiurare la costruzione di una struttura semplicemente disastrosa»

preso da Il giornale La Provincia di Cremona 13/04/2005

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Il ‘nodo’ delle infrastrutture ieri è stato al centro di una dura polemica interna al sindacato. «La Cisl di Cremona ribadisce che Paullese, Cremona - Mantova, Ti - Bre e terzo ponte continuano ad essere investimenti necessari per toglierci dall’isolamento, pur nel rispetto dell’ambiente», ha detto Daina. «Questa è la posizione della Cisl, che ha - lei sola e nessun altro dentro l’organizzazione - la responsabilità delle scelte sulle infrastrutture. E mi riferisco a Balotta, naturalmente», ha aggiunto citando il segretario regionale generale della Fit - Cisl, da sempre contrario a nuove ‘colate di cemento’. «Non entro nel tema delle competenze, pur essendo il responsabile regionale dei trasporti», ha replicato Balotta con un comunicato. «Ma non c’è un legame diretto tra infrastrutture come quelle e sviluppo. Il sindacato non può più ritenersi soddisfatto della sola occupazione generata dalle opere pubbliche, senza considerarne effettiva utilità, compatibilità ambientali ed enormi costi pubblici. La vera sfida per il nostro territorio (per il suo ambiente e la stessa occupazione) passa per altre strade: attività ad alto contenuto di informatizzazione, ricerca, pubblic utilitys, logistica».

preso dal giornale La Provincia di Cremona. Un articolo di Andrea Gandolfi del 14 aprile 2005.

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Il Comune del piacentino organizza tre serate per presentare ai cittatini il progetto del terzo ponte. Il terzo ponte sul Po non è mai stato troppo ben visto a Castelvetro piacentino. Ben prima che si facesse sentire la protesta del consigliere Gianpaolo Dusi con l’etichettatura del progetto di “obbrobrio” anche il vicesindaco di Castelvetro, Giovanni Maldotti, che anche ai tempi del mandato precedente (era sindaco Patrizia Barbieri, ora consigliere provinciale a Piacenza) aveva contestato il fatto che la progettazione dell’infrastruttura non fosse abbastanza partecipata da parte degli enti locali.

preso dal giornale La Cronaca di Cremona. Un articolo di Giuliana Biagi del 15 aprile 2005.

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E’ ufficiale: giovedì prossimo 21 aprile, nelle belle sale di S.Vitale, si potrà vedere in anteprima il progetto esecutivo del nuovo ‘Ponte di Cremona’ e tutto quanto gli ruoterà attorno: cioè il raccordo autostradale con la ‘Padana Inferiore’, il completamento della bretella tra la stessa Padana Inferiore e la Codognese nonché il casello di Castelvetro. Un maxi progetto da centomilioni di euro per il solo ponte (8mila euro al metro quadrato). Il ponte sarà di sei corsie (due per l’emergenza). Sul versante cremonese sarà realizzato un ristorante panoramico. Il cantiere sorgerà sul suolo cremonese, il raccordo per il ponte passerà tra le aziende di Arvedi e quella di Zucchi (entrambid’accordo). Dieci chilometri in tutto, trenta per cento da noi, settanta in territorio di Castelvetro.

preso dal giornale La Provincia di Cremona. del 16 aprile 2005

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Il terzo ponte in due prospettive proposte dallo studio Rossi: questa frontale e, nella ricostruzione laterale qui a destra, dove peraltro non sembra brillare nel paesaggio del fiume, in quel punto oggi straordinario grazie soprattutto all'incontaminata Isola del deserto, splendida zona golenale che sarebbe praticamente cancellata con una presenza così incombente e priva della leggerezza garantita anche da altri esempi di ponti strallati, persino giganteschi. Va notato oltre tutto che rispetto alla prospettiva di tre quarti, gli accessi laterali in mattoncini appaiono nella loro dimensione presumiamo reale, ovvero più bassi rispetto all'arcata centrale, la cui incombenza è decisamente forte, quasi una bocca spalancata sul letto del fiume. Il che accresce, e non di poco, le perplessità. continua su il vascellocr.it

preso dal giornale on-line www.vascellocr.it




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"La sua realizzazione comporta inevitabili quanto dolorosi sacrifici, specialmente a livello ambientale": il consigliere provinciale d'opposizione ed ex sindaco di Castelvetro Patrizia Barbieri solleva senza mezzi termini tutte le perplessità legate alla costruzione dell'infrastruttura che congiungerà l'area industriale di Cremona con il casello autostradale di Castelvetro.
Barbieri ha sostenuto a spada tratta la causa del Comune frontaliero: "Certo è che Castelvetro necessita di adeguate soluzioni viabilistiche complementari per poter far fronte agli enormi volumi di traffico e sostenere il duro impatto ambientale». Vale a dire: il terzo ponte è inutile se non integrato da opere viarie che sgravino i problemi della viabilità locale. Tra le proposte sul tavolo, la 'tangenzialina' dal vecchio ponte di ferro alla località 'Cristo', la minibretella fra il casello autostradale e il centro commerciale Verbena, il sovrappasso della 'Due Ponti', in territorio di San Giuliano. Barbieri rincara la dose: «Non esprimo un giudizio tecnico, ma non posso che rinnovare i miei dubbi sulla compatibilità ambientale dell'opera -: il terzo ponte passerebbe attraverso zone agricole, penalizzandole pesantemente, e andrebbe a distruggere parte dell'Isola del Deserto, splendida zona golenale al centro di un imponente piano di rimboschimento. Inoltre Castelvetro rischia seriamente di subire un'impennata d'inquinamento acustico e atmosferico: una compensazione a livello ecologico e davvero indispensabile». Ed a proposito del confinante Comune di Monticelli: «Mi pare che il disegno non tenga conto dell'espansione del polo logistico di San Nazzaro: il confronto fra le commissioni ambiente e lavori pubblici è doveroso».

preso dal giornale on-line www.vascellocr.it

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Venerdì sera, il direttore di Società Autostrade Centropadane Francesco Acerbi ha illustrato ai rappresentanti delle categorie economiche di Castelvetro le linee progettuali dettagliate della struttura deputata a collegare l’area industriale di Cremona con il casello autostradale di Castelvetro. Se nessuno dei presenti ha denunciato un’opposizione incondizionata alla realizzazione dell’opera, sono tuttavia parecchi i dubbi sollevati. «Il rischio è che le piccole e medie realtà commerciali poste sull’asse della ex statale 10 vengano ‘tagliate fuori’ — dichiara Adolfo Demaldè, presidente dell’associazione Commercio 2000 —. Il problema di Castelvetro è legato alla circolazione dei mezzi pesanti, non certo al traffico leggero: con il terzo ponte i più penalizzati sarebbero coloro che sopravvivono grazie al ‘commercio di transito’. Centropadane dice di essere disposta ad accogliere osservazioni, ma la mia impressione è che i giochi siano ormai fatti».

preso dal giornale La Provincia di Cremona. Un articolo di Riccardo Maruti del 17 aprile 2005.

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Meno “tecniche” e più ecologiste, legate al certo deturpamento delle bellezze naturali e paesaggistiche dalla golena, le contestazioni a Spinadesco, dove sono le associazioni “Il Nibbio” e “Astore” a muoversi per avere maggiori informazioni sul tracciato e sull’impatto ambientale del terzo ponte. Al riguardo infatti non sono bastate le rassicurazioni delle Autostrade e del sindaco Ferruccio Peccati che proprio venerdì scorso ha avuto un incontro con la società «Anche se il territorio di Spinadesco viene solo sfiorato dal passaggio del ponte questo si trova al confine con il nostro comune. Le ripercussioni sul territorio dunque ci saranno - commenta Fabio Guarreschi, rappresentante delle due associazioni - In ogni caso prima di pronunciarci apertamente vogliamo avere alcune risposte: prima di tutto sul perché debba essere creata una nuova strada, a chi servirà e che benefici potrà portare. Secondo poi, vogliamo avere una valutazione sull'impatto ambientale e sull’incidenza a lungo termine che questa infrastruttura potrà avere sull’ambiente. E poi vorremo sapere in che modo un’infrastruttura simile potrà coinvolgere zone come l’Isola del Deserto classificata come “proposta di sito di interesse comunitario”».

preso dal giornale La cronaca del 18 aprile 2005

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Giampaolo Dusi e Andrea Ladina, chiamati direttamente in causa ieri dal presidente del circolo ambientalista di Cremona, Pierluigi Rizzi, per l’opposizione di Rifondazione Comunista e Verdi al nuovo raccordo ù autostradale Cremona - Castelvetro (con incluso terzo ponte) come troppo blanda. «La nostra posizione al riguardo - spiegano i consiglieri - è coerente con il nostro agire politico e cioè: evitare sia di dare assensi superficiali a quanto ci viene proposto sia di fare un’opposizione preconcetta. Serve conoscere in modo preciso ogni progetto ed è sbagliato pretendere, come fa qualcuno, di sorvolare su determinate questioni accampando consensi che sarebbero stati dati in sede di stesura del programma del Presidente Torchio, dimenticando che i progetti di massima previsti dal programma hanno bisogno, poi, di essere attentamente valutati in fase operativa. Per questa ragione i Verdi e Rifondazione chiedono che vengano resi noti al più presto i risultati dello studio commissionato da “Autostrade Centropadane” sul rapporto “costi-benefici” e sui flussi di traffico. Chiediamo una presentazione di questo studio nelle commissioni provinciali congiunte Ambiente e Territorio. In quella sede chiederemo che venga anche introdotta la questione delle possibili mitigazioni ambientali nel caso l’opera risultasse effettivamente necessaria oppure scelte infrastrutturali diverse qualora l’opera risultasse non indispensabile o sovradimensionata rispetto alle esigenze reali di traffico».

preso dal giornale La cronaca del 19 aprile 2005

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«Analisi costi-benefici? Già fatta per l’A21» Studio sui flussi di traffico che interesseranno la nuova infrastruttura era stato Dario Balotta, che qualche settimana fa, aveva dichiarato di intendere commissionarne uno specifico sul collegamento Cremona - Castelvetro come segretario regionale della Federazione Italiana dei Trasporti della Cisl. E così giovedì scorso aveva contattato uno studio tecnico milanese, specialista in questo tipo di valutazioni. «Mi hanno detto di essere spiacenti, ma di non poter soddisfare la richiesta perchè ci sarebbe stato un conflitto di interessi: quello studio lo hanno già fatto per le Centropadane. A questo punto mi chiedo: la società che gestisce l’autostrada ha informato degli esiti dello studio i suoi azionisti, ossia gli enti locali? E se sì, che cosa aspettano questi ad informarne i cittadini?»

preso dal giornale La cronaca del 19 aprile 2005

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Una potenzialità di 100.000 veicoli al giorno, ma un utilizzo effettivo stimato dalle stesse Autostrade in 10.000 - 13.000 veicoli. I primi dati (emersi nelle presentazioni pubbliche del progetto terzo ponte a Castelvetro Piacentino) sulle previsioni di traffico per il nuovo raccordo tra zona industriale e casello di Castelvetro, lasciano stupefatte le associazioni che da subito si sono opposte all’infrastruttura. Ezio Corradi, responsabile di Ambiente Territorio Società, parla apertamente di un utilizzo insufficiente a giustificare una spesa che sfiora i 450 miliardi di vecchie lire.
«Il ponte - continua - si innesterà tra Cavatigozzi e Spinadesco, in una zona dove c’è la massima concentrazione di industrie a rischio rilevante, senza contare i silos dell’acciaieria. L’aumento di traffico veicolare porterà, oltre a problemi di sicurezza, anche nuovo inquinamento».

preso dal giornale La cronaca del 21 aprile 2005

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Claudio Zanelli, presidente del circolo ambientalista Un Po di vita: "Al paese basterebbe la famosa bretella tra la Due Ponti e la ex statale 10 per deviare il traffico pesante. Sarebbe conveniente prendere in considerazione soluzioni alternative alla realizzazione del terzo ponte, un’opera dall’impatto violentissimo sul territorio: penso al potenziamento del ponte di San Nazzaro, al raddoppio del vecchio ponte in ferro, oppure alla liberalizzazione della tratta autostradale fra Cremona e Caorso".
La presidente del Nuovo Gruppo Attività Ricreative, Ismaela Banchero, ha invece denunciato: "Il terzo ponte serve a Cremona per incanalare il traffico diretto verso sud. L’opera attraverserà il territorio di Castelvetro per ben sette chilometri dei dieci complessivi, ma con quali benefici per il nostro paese?".
Scettico anche il presidente dell’Anpi locale, l’ex sindaco Emilio Biolchi: "Non vedo il bisogno di quest’opera faraonica: il Comune necessita esclusivamentedi quella bretellina che è compresa nel piano regolatore sin dagli anni Settanta.Miamareggia però constatare lo scarso interesse della gente delpaese verso la realizzazione di una struttura che rischiadi trasformarsi in un attentato all’ambiente".
Dario Balotta (segretario della Cisl Trasporti in Lombardia): "Una spesa spropositata per una struttura inutile. Castelvetro non è la baia di San Francisco: tre ponti in una manciata di chilometri sono un’esagerazione. Perchè Centropadane non divulga i dettagli del piano costi-benefici?.

preso dal giornale La Provincia del 21 aprile 2005

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100 milioni di euro per 250 metri che ne faranno la struttura più lunga d’Europa. «E’ stato studiato apposta per non ‘disturbare’ la skyline della città (con 55 metri di altezza coiè metà dell'altezza del torrazzo, mi chiedo come si può), non ha sostegni in acqua (il plastico dimostra esattamente il contrario) per favorire al massimo lo scorrimento del fiume, e sarà anche un punto d’incontro». Ospiterà un ristorante servito da ampio parcheggio e sulla sponda piacentina un osservatorio naturalistico (che è il massimo dell'assurdità: si distrugge una zona protetta e poi si mette un osservatorio naturalistico!!).
Tra parentesi, i commenti personali del sito ilfiumepo.net

preso dal giornale La Provincia del 22 aprile 2005

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Terzo ponte: a chi serve? Discutiamo il progetto’ è lo slogan della raccolta firme promossa da associazioni ambientaliste e comitati spontanei di Castelvetro e di Cremona insieme ad alcuni assessori provinciali e comunali cremonesi. La decisione di intraprendere la petizione è stata presa nel corso di una riunione che si è tenuta venerdì sera nella sede cremonese dell’Arci, in via Speciano.

preso dal giornale La Provincia del 24 aprile 2005
(Da notare la foto dell'assemblea comparsa sulla Provincia non è quella di San Vitale ma della seconda reunione svoltasi a Castelvetro!?)

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A seguito degli incontri promossi dal comune di castelvetro si è costituito un gruppo di associazioni e privati, tra piacentini e cremonesi, che domani in piazza Stradivari a Cremona attiverà un percorso di conoscenza e sensibilizzazione, il cui primo atto si concretizza nella raccolta firme. Seguiranno incontri con le cittadinanze in riva al Po e conferenze sull'impatto ambientale, al fine di recuperare un minimo di quel percorso democratico e partecipativo finora mancato.
La gente deve essere informata per avere la sensibilità sufficiente a comprendere tali argomentazioni, perchè l'opinione pubblica conosca e quindi giudichi.

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«L’atteggiamento di Centropadane? Un ricatto bello e buono»: il duro parere espresso dal mondo associativo di Castelvetro nel corso dell’ultimo incontro informativo sul progetto del terzo ponte è sostenuto e rafforzato dal vicesindaco Giovanni Maldotti. Chiarisce il suo pensiero senza usare mezzi termini.

preso dal giornale La Provincia del 26 aprile 2005

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Dopo aver suscitato perplessità tra gli operatori economici e il mondo delle associazioni, il terzo ponte sembra non aver convinto nemmeno la cittadinanza di Castelvetro, Forma e sostanza nel mirino del popolo che ha puntato il dito contro l’imponente opera criticandola sotto diversi punti di vista. Inquinamento, impatto ambientale, cambiamenti di tracciato. Sono intervenute diverse persone come Federico Balestrieri (Medici per l’Ambiente) che ha espresso la sua preoccupazione sul tema inquinamento, affermando che «una strada a quattro corsie non diminuirà l’inquinamento di Castelvetro e non si riuscirà a rientrare nei limiti più restrittivi previsti dalla normativa per il 2010».
Sergio Mantovani, giornalista ambientale, inoltre, ha lanciato diverse frecciate alla società Centropadane. «Io non so dove da dove arrivino i 400 miliardi di vecchie lire - ha detto Mantovani - e mi chiedo anche che fine farà il paesaggio con la costruzione di quest’opera.

preso dal giornale La Cronaca del 30 aprile 2005 Un articolo di Luca Ziliani.

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Il tracciato non si rapporta in modo innovativo con la città Cremona - Castelvetro; inoltre, si tratta di un progetto superato che attraversa il Po in una zona caratteristica e che sgraverà un traffico modestissimo. La maggior parte dei flussi infatti segue la linea tracciata dalla strada Padana 10 (Piacenza - Mantova), il traffico proveniente da nord ovest, ossia dal cremasco, non necessita di questo nuovo raccordo per raggiungere l’A21 perchè utilizza il casello dell’Autosole a Lodi.
L’ex statale 10 è strozzata a Cremona nell’attraversamento del ponte; se possibile, bisognerebbe liberalizzare l’autostrada oppure creare un percorso alternativo al suo fianco, obbligando a questo percorso il traffico pesante.
Per quanto Castelvetro,l’attraversamento di questo paese può essere ridotto con una circonvallazione parallela alla ferrovia che si ricongiunge all’ex statale 10 a San Pietro in Cerro e poi al casello, dove si riconette con le varie provinciali.

preso dal giornale La Cronaca del 30 aprile 2005 Un articolo di Luca Ziliani.

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L’opera andrà a sgravare un modestissimo bacino di traffico del comprensorio cremasco soresinese che, per dirigersi a meridione, in alternativa, avrebbe la convenienza ad attraversare il Po a Monticelli - Caorso dove è in predicato la localizzazione di un polo logistico di un milione di metri quadrati (che andrà a precludere definitivamente le residue speranze cremonesi in questo senso).

preso dal giornale La Cronaca del 1 maggio 2005

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Con un voto bipartisan che ha unito la minoranza di centrodestra e la maggioranza, il consiglio provinciale di Piacenza chiede di fatto una nuova valutazione dell'effettiva necessità dell'opera, inserita dall'Amministrazione nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), acquisendo i pareri dei comuni frontalieri di Castelvetro e Monticelli d’Ongina.

preso dal giornale La Cronaca del 3 maggio 2005

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Legambiente esulta per il voto bipartisan del consiglio provinciale piacentino che hamesso in discussione la fattibilità dell’opera.

preso dal giornale La Provincia del 5 maggio 2005

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Andrea Poggio, Presidente di Legambiente Lombardia commenta: La costruzione del ponte costerà ben 216 milioni di euro pubblici, sarà utile per il transito di non più di 1.000 camion al giorno e produrrà danni ambientali altissimi.
Esiste uno studio del Politecnico di Milano, commissionato nel 1996 dalla Provincia di Cremona, che non ravvisa nessuna necessità di costruire un nuovo ponte, ma propone, per risolvere i problemi viabilistici di Cremona, di utilizzare meglio i ponti già esistenti in zona con migliorie alla viabilità ordinaria e di liberalizzare il passaggio dei camion sul ponte autostradale.
Luigi Rambelli, presidente di Legambiente Emilia Romagna aggiunge: la costruzione dell'opera porterebbe alla distruzione dell'Isola del Deserto nel Po, luogo di pregio per il suo patrimonio vegetale e avifaunistico, il cui valore è sancito a livello europeo, dal momento che si tratta di un Sito di Interesse Comunitario (SIC), già nell'elenco delle tutele dell'Unione Europea.

preso dal giornale La Cronaca del 5 maggio 2005

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- Traffico e rapporto costi / benefici. Tra il 2010 ed il 2020 l’impiego del raccordo dovrebbe aumentare del 25%. Il saggio di rendimento (rapporto costi / benefici) è stimato al 5%, mezzo punto al di sopra della soglia ritenuta accettabile. Tuttavia, se la realizzazione del raccordo richiedesse varianti onerose, il margine positivo potrebbe risultare compromesso.

- Impatto ambientale e paesaggistico. Il raccordo sacrifica 90 ettari di terra (molto di più se consideriamo le zone circostanti che non saranno più godibili) e ne ‘restituisce’ con interventi di ripiantumazione e riqualificazione naturalistica - circa 70 (con un deficit di 20 ettari).

Altre critiche: Giampaolo Dusi (Prc): «Per quanto riguarda il ponte, mantengo più di una perplessità in ordine alla sicurezza idraulica, vista la zona di attraversamento del fiume. La soluzione scelta per l’innesto del raccordo a Cava Tigozzi, tra due stabilimenti industriali, è semplicemente penosa». (Proprio in questo punto, il ponte passa da quattro a due corsie)

Sandro Gugliermetto (Margherita): «Senza un adeguato sviluppo della navigazione fluviale, il raccordo finirà per indurre il ‘bisogno’ di altre strade ma non risolverà i problemi».

Ezio Corradi (Ambiente Territorio Società) ha evidenziato la situazione in cui verrebbe a trovarsi l’area di Cava Tigozzi: incremento del trasporto di merci pericolose, presenza già consolidata di imprese a rischio, stazione di caricamento delle autobotti della raffineria, ferrovia. Una miscela ‘esplosiva’ sulla quale Centro Padane ha promesso approfondimenti. «Ma fino ad oggi non se ne erano occupati».

preso dal giornale La Provincia del 6 maggio 2005

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Un incontro si è tenuto in seno alla riunione congiunta delle Commissioni Ambiente e Territorio e ha consentito di sviscerare tutta una serie di dati tecnici di grande rilevanza. Dati forniti dalla società Centro Padane presieduta da Augusto Galli. I sostenitori della grande infrastruttura li hanno trovato esaustivi per procedere alla fase esecutiva.
«Adesso, sostiene invece Balotta, andrebbero ascoltate le controdeduzioni di esperti indipendenti.

preso dal giornale La Provincia del 7 maggio 2005

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Dopo il successo della raccolta firme presso la Canottieri Bissolati nei giorni scorsi, è proseguita ieri l’attività di informazione e di sensibilizzazione dei cittadini da parte del coordinamento delle associazioni e dei comitati che si battono contro il progetto della bretella autostradale Castelvetro Piacentino-Cavatigozzi e del terzo ponte sul Po.
I cittadini di Cavatigozzi hanno risposto con 160 firme raccolte in poche ore all’iniziativa degli ambientalisti. Altre firme si sono aggiunte al pomeriggio al banco del mercatino dell’ecologico e dell’ecosostenibile in piazza Stradivari a Cremona.

preso dal giornale La Provincia del 13 maggio 2005

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